Spazio ForTeen: un rifugio creativo per affrontare il ritiro sociale giovanile

Un articolo che mete in luce il valore di intervento multidisciplinare

In un’epoca in cui sempre più adolescenti e giovani adulti vivono esperienze di ritiro sociale, isolamento e difficoltà a costruire percorsi di autonomia, emerge con forza l’importanza di luoghi accoglienti e relazionali che possano offrire nuove possibilità. Tra questi, lo Spazio ForTeen è stato raccontato in un articolo del Phenomena Journal come una risposta concreta e innovativa al disagio psicosociale giovanile.

Pensato per ragazze e ragazzi tra i 16 e i 25 anni, lo Spazio ForTeen accoglie giovani seguiti dai servizi di salute mentale, molti dei quali con esperienze di ritiro sociale profondo, esordi psicotici, disturbi di personalità, atti autolesivi o ricoveri psichiatrici. Qui trovano un contesto protetto, non giudicante, dove poter sperimentare relazioni, esprimersi e iniziare a immaginare un futuro possibile.

Il cuore delle attività ruota attorno a interessi condivisi: musica, arte, gaming, laboratori creativi. Sono strumenti che favoriscono l’incontro e la costruzione di legami, senza le pressioni legate alla performance o al giudizio. Il gioco – in particolare i videogiochi – viene riletto in chiave educativa, relazionale ed espressiva, permettendo ai ragazzi di esplorare emozioni e dinamiche sociali in modo indiretto ma profondo.

Come emerso anche dall’articolo scientifico “Ritiro sociale e crisi di autonomia”, pubblicato sulla rivista Phenomena, il ritiro sociale non può più essere considerato solo una questione individuale o patologica, ma un segnale di un disagio più ampio che coinvolge la nostra società. È una risposta, spesso dolorosa, a contesti percepiti come troppo performativi, ansiogeni o disconnessi dal bisogno di appartenenza e autenticità.

Lo Spazio ForTeen si inserisce in questa riflessione come laboratorio vivo in cui mettere alla prova nuove modalità di intervento: meno prescrittive, più inclusive e centrate sul senso soggettivo delle esperienze. Un esempio concreto di come la cura possa nascere anche da forme di aggregazione non tradizionali, capaci di attivare risorse residue e accompagnare i giovani in percorsi di rinnovata fiducia e partecipazione sociale.

Leggi l’articolo completo su Phenomena Journal