Un "fan" di Casa Rodari
Uno scritto di Alessandro Bergonzoni in occasione della festa "Rodaria 08".
La paura fa novanta, e Fossolo fa sessanta!
Per il secondo anno consecutivo Casa Rodari (la residenza socio riabilitativa con i suoi 17 ragazzi portatori di handicap psico fisico) apre i battenti alla cittadinanza per raccontare cosa c’è dentro e dietro, chi ci vive chi ci sta (chi non ci sta più) chi ci sta vicino, i vicini lontani, i vicini più vicini, le famiglie dei pazienti, le famiglie degli impazienti, gli addetti ai lavori, i dottori i sociali i volontari, gli involontari, i passanti, i by-passanti i diffidenti eccetera eccetera……
Un po’ di teatro fatto dai loro ragazzi, la musica e i suoi gruppi, qualche ospite a caso, un mercatino interno- esterno, cibo e bere, insolite cose, niente di ché ma altroché! Con amici sostenitori e curiosi che vogliono sapere dopo la chiusura dei manicomi se possono iniziare alcuni encomi: a chi si merita di cambiare idea sul disagio mentale, a chi fa della differenza la differenza, a chi non si vergogna più di guardare ed essere guardato, a chi vuol conoscere e non solo sapere, a chi comincia a credere in lungo e in largo, e non solo in senso stretto.
Tra il mondo reale e il mondo sognato, esiste qualcosa che una volta si definiva scomodo, tra la città vera e quella desiderata, ce n’è anche una che sembrava sbagliata, il posto stretto, la via dei semichiusi (ora schiusi), il cortile degli strilli, il luogo delle facce strane. L’altro volto di un’altra sanità, delle guarigioni imperfette, dei ragazzi sfoglia, i Mattarelli…..Casa Rodari quindi non è a favore delle “case chiuse”, anche se le sceglie protette, ma non vuole proteggere l’idea di “uscire per aprire”. Avere cura sì, ma non nasconderla, avere attenzione, ma non vergogna, avere rispetto ma niente pena. Allora si fan vedere, vogliono avvicinare per avvicinarci, chiamano, non ti chiedono nulla al massimo chiedono e basta. Chi c’è c’è gli altri portali te!
Sabato 21 giugno dalle 15 a sera si può “passare”, (come ogni giorno per tutto l’anno chi vuole lo può fare). Allora non stare a impazzire credendo chissà che, passa e vedrai che c’è pure un perché! Una specie di cambio della guardia, un’inversione di tendenza, una visione “dall’altro”, uno sguardo meno bieco, un’idea per le teste, un pensiero foriero, un “divertimente” non solo una visita al degente. Padri di madri sorelle di figli di cugini di zie di storie un po’ così.
Ecco perché non mi bastava dire una festa.
Un fan.
Alessandro Bergonzoni
PS: So che per qualcosa più in grande stanno progettando per gli anni futuri anche altri tipi di incontri studi e gemellaggi. E allora, buone fortune!