L’arte come terapia

Persone affette da demenza in Pinacoteca con il progetto “Scoprimi”

Che l’arte abbia un effetto benefico sulla psiche delle persone ormai è risaputo e lo conferma anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità: concedersi un giro al museo o ammirare un’opera d’arte sono attività che possono avere una funzione terapeutica, perché possono migliorare la salute delle persone, riducendo lo stress. Secondo alcuni studi, visitare un museo non aiuta solo chi soffre di problemi psichici e malattie come la depressione, ma giova anche alla salute fisica, perché contribuisce ad aumentare il livello di cortisolo e di serotonina, tanto che in vari paesi anglofoni i medici di base possono prescrivere attività artistiche e culturali ai propri assistiti.

Costruire comunità dementia friendly
Sono questi i presupposti teorici che nel 2006 hanno fatto partire una sperimentazione al museo MoMA di New York per organizzare all’ interno delle visite guidate per persone affette da Alzheimer e familiari. Il progetto “MeetMe at MoMA” ha come obiettivo quello di reintegrare nella società malate e malati di demenza e offrire loro l’opportunità di interagire con altre persone che stanno vivendo la stessa situazione, eliminando l’alone di solitudine che a volte li circonda.

Al museo con Cadiai
Sono gli stessi presupposti che hanno fatto sviluppare a Cadiai il progetto “Scoprimi”, che ha permesso alle persone del centro diurno “Villa Arcobaleno” di San Lazzaro di Savena di andare in visita alla Pinacoteca Nazionale di Bologna. Anziane, anziani affetti da demenza, familiari e caregivers, hanno così potuto beneficiare di un’esperienza rilassante e formativa in un contesto protetto, e allo stesso tempo la Cooperativa ha avuto la possibilità di relazionarsi con altre realtà del territorio, facendo rete per e con la comunità.
Il focus della visita è stata “La scuola bolognese: Giulio Reni e i Carracci”, una scelta presa sia per il tema sacro delle opere, già presenti nell’immaginario collettivo e quindi più familiari e fruibili, sia per la facilità di accesso delle stesse. A condurre l’esperienza si è alternato il personale della Pinacoteca e l’animatrice del centro diurno, in modo da poter inserire sia dei momenti di approfondimento storico artistico che attività laboratoriali, in cui erano proprio i partecipanti a rivolgersi alle opere e ad immedesimarsi con le stesse. In questo modo si è potuta garantire un’interazione attiva delle persone coinvolte, con domande e riflessioni che hanno stimolato il dibattito e animato ancora di più l’esperienza.

La strada giusta
Il risultato è stato migliore del previsto: tutti hanno seguito e preso parte attiva al tour, anche chi soffre di deficit attenzionali. E poco importa se tornate in struttura le persone non si ricordassero più in maniera lucida della visita guidata. Assistere alle loro reazioni emotive all’esperienza è bastato per capire che collaborazioni come quelle tra Cadiai e Pinacoteca sono la strada giusta per offrire a chi soffre di questa patologia attività terapeutiche alternative e momenti di benessere.

Centro diurno per anziani Villa Arcobaleno, San Lazzaro di Savena (BO)