Far crescere la passione verso il lavoro di cura
Silvia Candido, responsabile del Centro diurno per anziani Villa Arcobaleno e Claudia Pometi, responsabile della Residenza per anziani Parco del Navile ci raccontano un percorso formativo realizzato insieme a colleghe e colleghi europei.
Nel nostro settore, dove assistiamo in prima persona al sorgere di nuovi bisogni sociali, avvertiamo l’urgenza di progettare soluzioni efficaci, per un welfare che possa migliorare la vita delle persone e in grado di contribuire alla coesione sociale.
Per affrontare questi cambiamenti servono competenze e innovazione, ed è in questa direzione che va il progetto europeo Comcades2. Un percorso che la nostra Cooperativa ha portato avanti con 11 partner europei facendo della collaborazione una fonte di idee e un motore di crescita.
Abbiamo intervistato le nostre responsabili di struttura, protagoniste di questa esperienza.
Cosa vi ha spinto a partecipare al progetto e quali aspettative avevate?
Claudia Pometi: Il progetto offriva un’esperienza di formazione internazionale per ottenere una visione specifica rispetto agli ambiti di competenza degli altri partner partecipanti, alle reti con il territorio, al livello di qualità dei servizi in Europa.
Questo ci ha consentito di capire come sono strutturati – da un punto di vista organizzativo – i servizi nei paesi che ci hanno ospitato per la formazione: i partecipanti hanno ruoli di coordinamento diversi dai nostri per autonomia decisionale e gestione di budget. L’aspettativa, al netto di un ampliamento delle competenze per i temi trattati dai moduli formativi, era di poter valutare similitudini e differenze dei ruoli di coordinamento nei servizi negli altri paesi e in che modo le cooperative investono in questi ruoli.
Esiste una differenza sostanziale: il ruolo di coordinamento nei nostri servizi ha delle caratteristiche molto operative e ci farebbe piacere avere più tempo da dedicare alla progettazione e valutazione del lavoro.
Silvia Candido: la mia partecipazione nasce in seguito al contributo dato per la progettazione di Comcades1 nel 2008, vista la mia competenza come psicologa.
Il mio contributo è stato quello di sollecitare la formazione su competenze altre che andassero oltre la progettazione – quali le competenze amministrative – e che puntassero sul saper essere, inteso come approccio con il personale, con i dipendenti.
La formazione ha l’obiettivo di farci crescere e dare spunti di miglioramento a partire dal confronto con le realtà europee di cui abbiamo visitato i servizi per capire come sono organizzati, quali sono le attività proposte e quanta attenzione pongono sul processo di selezione, crescita, formazione e benessere dei propri dipendenti, oltre che degli utenti.
Una grande soddisfazione è stato vedere che i livelli di qualità di servizio che abbiamo riscontrato in Europa, in particolare in Spagna, sono in linea con la qualità offerta dalle professioniste e dai professionisti di Cadiai.
Quali spunti di riflessione vi ha dato questo progetto?
Silvia Candido: il progetto punta a fornire competenze simili a prescindere dal ruolo ricoperto da figure con uno stesso grado di responsabilità.
Forte è l’accento sulla disabilità: in Spagna abbiamo visitato un servizio residenziale per bambini con disabilità gravi che qui non abbiamo, ma in generale credo che Comcades2 abbia obiettivi molto ambiziosi!
Il confronto con realtà simili europee è sano, ma guardare all’Europa non deve farci dimenticare che la formazione e le figure professionali non sono uniformi nemmeno in Italia, basti pensare alle procedure di presa in carico, ad esempio.
L’idea è di fornire un’infarinatura per ambiti di competenza: progettazione, risorse umane, gestione di un servizio e gestione dei momenti di crisi.
Claudia Pometi: Sono tornata a casa con la consapevolezza che nel nostro lavoro sono necessarie delle competenze non cognitive: empatia, motivazione, etica, gestione dello stress.
In Spagna è stato evidente come tutte le figure del servizio avessero un approccio simile, erano riconoscibili come portatori della visione dell’organizzazione. C’è una forte adesione dei lavoratori, educatori e non solo, ai valori e all’approccio al lavoro di Ampans, la cooperativa spagnola che abbiamo conosciuto.
Questo approccio al lavoro e l’identificazione che ne deriva è possibile solo se all’interno dei gruppi di lavoro c’è lo spazio e il tempo di conoscersi, programmare insieme.
Cosa avete “portato a casa” dopo questi incontri? Che applicazioni avrà questa esperienza nel vostro lavoro in Cadiai?
Claudia Pometi: Tanta bellezza, proattività e voglia di lavorare nella comunità e per la comunità.
Il modulo tenuto dall’ente formativo francese, La governance e la gestione delle risorse umane, è stato molto utile sui temi della leadership. Quello che è emerso è che è fondamentale fare una formazione ad hoc all’operatore prima di inserirlo all’interno della struttura in modo che conosca bene i principi guida e i valori della realtà in cui opera.
Ovvio che l’attuale contesto in cui operiamo è molto cambiato e subisce le difficoltà di un settore lavorativo ritenuto poco attrattivo per remunerazione e condizioni di lavoro, ma questo deve essere da leva per noi per continuare a fare bene e motivare le persone che lavorano con noi.
Silvia Candido: C’è la possibilità di crescere e stimolare adesione e passione verso il lavoro di cura, soprattutto da parte dei coordinatori.
È importante andare oltre i ruoli e valorizzare le competenze e riconoscere il lavoro ben fatto. Un esempio: un maggiore confronto all’interno dei gruppi di lavoro e una maggiore partecipazione nel definire e concordare obiettivi di crescita tra operatori e coordinatori, così che ci sia il riconoscimento delle competenze da parte del lavoratore coinvolto e una maggiore responsabilità condivisa.
Claudia Pometi: Una riflessione che sarebbe interessante portare in Cadiai è la valutazione delle competenze annuale su tutti i profili in un’ottica di costruzione e miglioramento.