Dicono che la tenacia premi, e questo è il caso…

Il gemellaggio tra nidi di Gerusalemme e nidi di CADIAI.

 

Con il viaggio di ottobre 2010 si è dato avvio ai gemellaggi tra nidi e scuole d’infanzia di Bologna e di Gerusalemme. L’entusiasmo che caratterizza i nuovi progetti è subito stato un elemento importante in questa relazione che ha visto collaborare il Comune di Bologna e CADIAI con quattro diverse scuole a Gerusalemme.

Quasi subito sono state però evidenti le prime fatiche, lo scambio di email non sempre ha funzionato, i nostri server così “attenti” spesso non lasciavano passare indirizzi sconosciuti; gli incontri, pur molto frequenti e ben organizzati, non sempre hanno incontrato la tempistica dei meeting di Gerusalemme; e così quando un passaggio sembrava definito, e si sarebbe stati pronti per un secondo passo, si era costretti a fermarsi per settimane in attesa di un riscontro che magari era già stato spedito ma che non avevamo ancora ricevuto…

A volte la frustrazione era pesante, ma non ci si poteva arrendere, l’opportunità di realizzare uno scambio così significativo non poteva certo “cedere il passo” a delle fatiche organizzative.

A quel punto la decisione è stata quella di “centralizzare” gli scambi ed avere un unico referente per Bologna ed uno per Gerusalemme che potessero tenere le fila dei vari passaggi. Il nostro referente a Gerusalemme è stata Rawia Beida, collaboratrice di Nabil Sublaban, presidente di ECRC (nostro partner nel progetto).

Da allora email, progetti ed idee hanno iniziato a “girare”, e nel “girare” prendevano varie forme: un progetto di riciclaggio delle bottiglie di plastica fatto dal nido “Pollicino” ha attraversato il Mediterraneo per arrivare ai bimbi di Gerusalemme ed essere poi da loro arricchito: con le bottiglie colorate ideate dai bimbi del “Pollicino”, i bambini di Gerusalemme hanno realizzato dei bellissimi pesciolini e ci hanno inviato foto, commenti e racconti.

Sono iniziati ad arrivare tanti bei pacchi, pieni di lavoretti, giochi, idee e fantasia dei bimbi di Gerusalemme, e questo è stato per noi un grande regalo.

Ora che il gemellaggio è davvero partito, bisognerà certo affinare un po’ il contenuto; si tratta sempre di due culture molto diverse, metodi educativi spesso distanti, i nostri basati sull’osservare e capire, i loro sul fare e proporre, ma che certamente potranno trovare ricchezza dallo scambio dei punti di contatto.

Le idee per la seconda parte del progetto sono molte: ci piacerebbe lavorare sul gemellaggio tra singoli bambini, “Un amico in Palestina” (suggerito dalle colleghe di Gerusalemme), lavorare con le insegnanti sulla formazione per l’inserimento dei bambini disabili e, in generale, coinvolgere di più le famiglie; come e quando lo scopriremo nel momento in cui sapremo se la seconda tranche del progetto verrà finanziata, e noi tutti lo speriamo davvero molto.