“Come scorre la storia” si sposta al Centro Lame

Terza tappa per la mostra fotografica che racconta i cambiamenti del Canale Navile curata da Cadiai in collaborazione con varie associazioni del territorio.

Le 60 immagini che raccontano la storia del Canale del Navile si spostano al Centro Lame per il periodo natalizio. Dal 2 dicembre ai primi giorni di gennaio 2014, gli utenti del Centro commerciale di via Marco Polo potranno ripercorrere le 11 tappe descritte nella mostra “Come scorre la storia: il canale del Navile – storie d’acqua, di mattoni e vita”. Una testimonianza fedele di come siano cambiati negli anni il paesaggio e gli edifici che si affacciano sul canale. Squarci di Bologna in cui si intravedono strutture ancora da recuperare, altre in fase di recupero, altre ancora completamente ristrutturate come nel caso della residenza assistita per anziani “Parco del Navile”. L’edificio, dopo decenni di abbandono, è stato completamente restaurato per farne una  struttura socio-sanitaria all’avanguardia.

L’esposizione, curata dalla cooperativa CADIAI, è stata inaugurata il 19 giugno nella Residenza assistita Parco del Navile per poi trasferirsi nel mese di agosto all’Isola del Battiferro.
Realizzata con il patrocinio del Quartiere Navile e con la collaborazione dell’Associazione Amici delle vie d’acqua e dei sotterranei di Bologna e dell’Associazione Ponte della Bionda, è stata pensata fin dall’inizio come una rassegna itinerante, in grado di andare incontro agli utenti piuttosto che di attenderli in un’unica sede.

“Il  progetto è nato con lo scopo di far conoscere un pezzo di storia della città al maggior numero di persone. – afferma Franca Guglielmetti, Presidente CADIAI –. In questo senso, la possibilità di esporre all’interno del Centro Lame, che ringraziamo per la grande disponibilità, rappresenta un’occasione importante se non unica. Crediamo, infatti, che anche luoghi non immediatamente identificabili come centri culturali possano e debbano diventarlo per portare la storia, l’arte e in generale la cultura nel tran tran quotidiano”.